“Ho già eseguito quel trattamento, ma senza risultati”, ci si sente spesso dire. Le tecnologie cambiano.
Negli ultimi anni sono state sviluppate forme d’onda particolari che hanno la stessa indicazione antalgica ma, a differenza della T.E.N.S. accelerano il metabolismo tessutale, stimolando la produzione di ATP (il carburante delle fibre muscolari) anche del 500%. In tal modo, accanto ad un effetto antalgico, viene stimolata la guarigione dei tessuti malati.
Se formulata a monte, una corretta valutazione fisioterapica favorisce il buon esito del trattamento.
Un determinato trattamento somministrato su una patologia può avere implicazioni completamente differenti su un’altra. Spesso la scelta del “metodo” di trattamento è più importante del “tipo” di terapia erogata.
“Un massaggio non fa mai male”
Un luogo comune da sfatare è che le terapie “male non fanno”: spesso, in mani non qualificate, si scopre il contrario. La società pullula di operatori che hanno la pretesa di curare la persone pur non essendo titolari di una professione sanitaria. Spesso a detta di alcune pazienti i risultati possono essere anche incoraggianti, (“quello mi ha guarito l’artrosi cervicale”, l’altro “mi ha rimesso dentro l’ernia del disco”) e in effetti esistono operatori non sanitari (estetiste, operatori shiatsu, aggiusta-ossa etc.) che posseggono una buona manualità, ma quest’ultima è destinata esclusivamente a persone sane.
Nelle patologie osteorticolari a volte può essere nascosta un’insidia (un tumore, una lesione, una piccola frattura): per un terapista in questi casi è piuttosto facile “far del bene”con un buon massaggio, ma è ben più difficile evitare di “far del male”: il fisioterapista è in possesso delle competenze tali da saper riconoscere i pericoli e le controindicazioni di una manovra azzardata, preservando il paziente da eventuali danni.
“Un ciclo sono dieci sedute “
C’è la falsa cultura riabilitativa che consiglia cicli di dieci sedute, come se nove fossero poche ed undici troppe. Questa credenza nasce dal fatto che anni fa il Sistema Sanitario Nazionale aveva convenzionalmente individuato nel numero di dieci sedute il tetto massimo erogabile al cittadino: in sostanza la mutua passava dieci sedute di fisioterapia per volta. Questo non significa che una persona deve guarire con dieci sedute di fisioterapia: è solo un’esigenza organizzativa di strutture complesse.I cicli di cura possono essere di tre come di trenta sedute, in relazione alla tipologia del disturbo da trattare. La durata non può essere definita a priori, è presunta in relazione all’andamento di trattamenti analoghi ed impostata secondo la patologia del paziente.
In genere da tanto più tempo è presente una patologia e tanto più lunga è la durata della sua cura.
Personalmente, in qualche malattia grave, mi è capitato di dover sospendere una terapia perché dopo 25 sedute non c’erano sostanziali miglioramenti, ma spesso può succedere di risolvere definitivamente un problema anche solo in una singola seduta. Dipende da caso a caso.